Pockemon Crew, #Hashtag 2.0 | photogallery di Andrea Simi
Diventati ormai organici ed essenziali alla nostra vita, contenitori e ricettacoli di emozioni, immagini e memoria, gli smartphone rischiano di trasformarsi sempre più da splendida opportunità a gabbia che ci obnubila e stordisce. Deve pensarla così Riyad Fghani, fondatore, coreografo e direttore artistico della compagnia lionese Pockemon Crew, che nella sua ultima creazione – #Hashtag 2.0 – impegna i suoi danzatori in un attonito selfie collettivo, a significare la schiavitù cui ormai (quasi) tutti, consapevolmente o meno, siamo sottoposti.
#Hashtag 2.0, studio sulle origini dell’hip-hop andato in scena domenica 11 marzo al Teatro del Giglio come ultimo spettacolo del cartellone di Danza, sconfina quindi nella denuncia e nella critica sociale. Perché teniamo lo sguardo sempre fisso sul nostro smartphone, quando siamo in metro, quando camminiamo, quando siamo seduti in un caffè in compagnia, magari anche quando siamo in un museo o a teatro? Perché, in una parola, ignoriamo ciò che di bello e mutevole ci circonda? Ecco allora che Fghani ha chiesto ai suoi danzatori – elettrizzanti, acrobatici, energetici ed incredibilmente poetici – di fare appello alla preziosa soggettività dello spettatore, per ricordarci che il mondo è bellissimo e popolato da persone, non da macchine controllate da altre macchine.
I Pockemon Crew al Teatro del Giglio sono stati immortalati dall’obiettivo del fotografo Andrea Simi (photogallery, per gentile concessione della Compagnia e dell’Autore).