Autobiografia di un picchiatore fascista di e con Marco Brinzi dal libro omonimo di Giulio Salierno
Il monologo Autobiografia di un picchiatore fascista ideato e interpretato dall’attore luchese Marco Brinzi, tratto dal libro omonimo di Giulio Salierno, è andato in scena prima assoluta al Teatro del Giglio di Lucca lo scorso 23 novembre. Lo spettacolo è stato realizzato nell’ambito di un progetto del Comune di Lucca realizzato con il patrocinio della Provincia di Lucca, insieme con l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea, l’Anpi-sezione di Lucca e l’associazione Lucca Città delle donne, per promuovere una giornata di riflessione sul neofascismo.
A fianco a lui, in questo percorso di memoria, ricostruzione storica e approfondimento su un tema di grande attualità come quello del neofascismo, il Teatro del Giglio ha ospitato la scrittrice Michela Murgia, che sempre il 23, alle 17.30 in San Girolamo, ha tenuto un incontro dal titolo “Sempre fascismo è”: la vincitrice del Premio Campiello 2010, che ha diviso il palco con Brinzi per lo spettacolo Quasi Grazia dedicato a Grazia Deledda, ha proposto la sua visione della storia, centrando l’attenzione sui venti sempre più forti di fascimo ed estremismo che stanno soffiando sull’Italia e l’Europa.
Giovedì 23 novembre, infatti, alle 21.00 nella Sala del coro del Teatro del Giglio, l’attore, reduce dal successo cinematografico dei fratelli Taviani, “Una questione privata”, porterà sul palco il racconto-monologo tratto dal libro di Giulio Salierno, che ripercorre appunto la biografia di un fascista, il punto di vista ideale, per Brinzi, per capire cosa possa muovere oggi le persone, soprattutto quelle più giovani, ad avvicinarsi, a giustificare e a riproporre un’ideologia tanto superata, e sconfitta, dalla storia, violenta e antidemocratica. La recitazione, quindi, diventa per Brinzi lo strumento attraverso cui rivendicare l’impegno nel rimarcare i principi su cui nasce l’Italia contemporanea, antifascista, repubblicana e democratica, e il mezzo più immediato per compiere quell’esercizio quotidiano chiamato memoria. Lo spettacolo, infatti, che durerà una quarantina di minuti, si sviluppa attraverso una forte interazione con il pubblico, parte attiva della rappresentazione.